Pochi piatti riescono a rappresentare la cucina emiliana quanto il tortellino, simbolo indiscusso di Bologna e del suo amore per la buona tavola. La leggenda vuole che la sua forma si ispiri all’ombelico di Venere. Le sue origini risalgono al Medioevo, quando già si preparavano piccole paste ripiene da servire nei giorni di festa. Oggi il tortellino è molto più di una ricetta: è un vero emblema dell’identità gastronomica italiana, tanto amato dai bolognesi quanto dai buongustai di tutto il mondo. Eppure, anche un’icona come questa può riservare sorprese. In occasione della Giornata mondiale del Guinness dei Primati, Bologna ha battuto un nuovo record, portando in tavola il tortellino più piccolo del mondo.
È stato presentato al Villaggio Coldiretti di Bologna, cuore pulsante della tradizione agricola e gastronomica italiana. Lì, tra prodotti tipici e sapori locali, i cuochi contadini hanno realizzato un’impresa che unisce tecnica, precisione e tanto amore per la tradizione: un tortellino di appena 5 millimetri di diametro, per un peso di 0,03 grammi.
Un’opera d’arte in miniatura, realizzata interamente a mano seguendo la ricetta tradizionale bolognese. Nonostante le dimensioni microscopiche, questo minuscolo tortellino racchiude al suo interno un vero e proprio ripieno classico, composto da lombo di maiale arrostito, prosciutto crudo, mortadella di Bologna, Parmigiano Reggiano grattugiato, uova, sale, pepe e noce moscata.
Un gesto simbolico, ma anche profondamente identitario: dimostrare che la cucina emiliana non ha bisogno di grandi quantità per raccontare la propria eccellenza, perché ciò che conta è la cura artigianale e la fedeltà alla tradizione.
Il risultato è stato accolto con entusiasmo e curiosità, diventando subito una delle attrazioni più fotografate dell’evento. Per realizzarlo ci sono voluti strumenti di precisione, una manualità fuori dal comune e, soprattutto, una conoscenza profonda dell’impasto e della tecnica di chiusura. Un lavoro certosino, degno dei migliori maestri sfoglini bolognesi.
[foto solo uso editoriale @znatalias / Shutterstock]
Il tortellino tradizionale, ben lontano dalle dimensioni da record, è una pasta all’uovo ripiena che si serve rigorosamente in brodo di cappone o di gallina. La sua bontà risiede nella semplicità degli ingredienti e nell’equilibrio tra la sfoglia sottile e il ripieno saporito. Ogni elemento deve armonizzarsi con l’altro, in un equilibrio di sapori che è la vera essenza della cucina emiliana.
La ricetta originale del ripieno, depositata dalla Confraternita del Tortellino presso la Camera di Commercio di Bologna nel 1974, prevede:
Tutti gli ingredienti vengono tritati e amalgamati fino a ottenere un composto omogeneo. Il ripieno, una volta pronto, si lascia riposare in frigorifero per alcune ore.
Per la sfoglia, servono:
Si dispone la farina a fontana, si uniscono le uova e si impasta energicamente fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Dopo circa 30 minuti di riposo coperto da un panno, si stende la pasta fino a renderla molto sottile e si taglia in quadratini di circa 3-4 centimetri di lato.
Al centro di ogni quadratino si pone una piccola quantità di ripieno. Si piega la pasta a triangolo, si sigillano bene i bordi e poi si uniscono le due estremità intorno al dito, creando il classico “ombelico” del tortellino.
Una volta pronti, i tortellini vanno cotti in brodo bollente di cappone o gallina per 3-4 minuti e serviti caldissimi, con una spolverata di Parmigiano Reggiano.
Che sia grande pochi millimetri o realizzato nella sua grandezza tradizionale, il tortellino di Bologna resta un capolavoro, un simbolo di quella cucina che riesce a trasformare ingredienti semplici in puro gusto..
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