Il bonet (si pronuncia Bùnet) è un dolce tradizionale che nasce nelle rigogliose valli del Piemonte, e la cui prima attestazione è datata agli inizi dell’Ottocento. A quel tempo era considerato una sorta di sorbetto, un dolce da riservare come entremet, un intermezzo tra le portate. Lo si faceva con una ricetta pressoché identica a quella attuale: latte, uova, zucchero, cioccolato e mandorla. Oggi è arricchito dalla presenza degli amaretti, che ovviamente mantengono quella nota di mandorla particolarmente sfiziosa. Curiosa anche l’origine del nome: pare che significhi “berretta”, ovvero un copricapo, anche se attualmente si produce soprattutto in stampi lunghi e bassi, simili a quelli dei plumcake. Di seguito trovate la ricetta
Imburrate uno stampo in alluminio da 26 centimetri, che fungerà da base per il vostro bonet. Scaldate una piccola casseruola con 100 g di zucchero e 2 cucchiai d’acqua. Fate caramellare fino ad ottenere una salsa dal color ambrato e versatelo nello stampo. Lasciatelo raffreddare.
In una ciotola, versate il latte che avrete fatto intiepidire (potete usare anche il microonde), insieme agli amaretti e al cacao. Frullate fino a ottenere una polvere fine.
Sgusciate le uova in una ciotola e sbattetele assieme a 60 g di zucchero con le fruste. Aggiungete la polvere di cacao e amaretti, il liquore, il caffè ristretto e mescolate bene il tutto. Per ultimo, aggiungete il latte caldo a filo.
Versate il composto del bonet nello stampo di alluminio imburrato, poi riponetelo in una seconda teglia dai bordi alti che avrete riempito per metà d’acqua.
Scaldate il forno a 180 °C, infornate e cuocete il bonet a bagnomaria per almeno 30 – 40 minuti.
Quando la superficie si sarà solidificata, sfornate il bonet e sformatelo sui piattini da portata. Decorate con amaretti interi, lasciate leggermente intiepidire e servite.
Tipico dolce della tradizione italiana, l’amaretto è nato intorno al Medioevo, grazie alla presenza sul territorio nazionale di molti mandorleti. In particolare, le regioni dove si coltivano maggiormente sono la Sicilia e la Puglia e, in misura minore, Calabria e Sardegna. Oggi gli amaretti sono associati soprattutto alla città lombarda di Saronno, da cui proviene anche il celebre liquore, e a quella ligure di Sassello, in provincia di Savona. Esistono però in quasi tutte le pasticcerie regionali dei dolci a base di mandorle: la Torta Elvezia a Mantova, i biscotti di Ceglie Messapica nell’omonimo comune pugliese, fino ad arrivare alla Torta caprese in Campania, che pare sia nata per imitare con ingredienti locali la Sacher austriaca.

Il bonet si conserva in frigorifero per 2-3 giorni, coperto con pellicola trasparente.
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