La cucina povera, quella contadina che riesce a fare anche degli ingredienti più umili un piatto nobile e gustoso, trasformando la scarsità di ingredienti in risorsa per portare in tavola una bontà senza tempo. Nei dintorni di Mantova, elegante città della Lombardia, affondiamo le radici nella storia per andare a scoprire la ricetta dei capunsei mantovani: un po’ gnocchi di pane, un po’ canederli. Alcuni li datano all’Ottocento, per altri si mangiavano già alla corte dei Gonzaga nel XVI secolo. Quale che sia la sua origine, ce ne sono molte versioni diverse. La ricetta che propone Nonna è una variante abbastanza tradizionale e facile da riprodurre in casa. Vediamo come farli.
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Per preparare i capunsei mantovani radunate in una ciotola capiente in pan grattato assieme alle uova intere sgusciate e al parmigiano reggiano grattugiato.
Formate una palla d’impasto, avvolgetela nella pellicola per alimenti e fatela riposare pe 30 minuti.
Portate abbondante acqua salata a bollore. Riprendete l’impasto e formate dei serpentelli dalla forma allungata. Cuoceteli nell’acqua bollente fino a quando non saranno venuti a galla.
Nel frattempo preparate il condimento facendo fondere il burro assieme a qualche foglia di salvia fresca.
Disponete i capunsei in ogni piatto e conditeli con il burro fuso, la salvia e un’abbondante spolverata di parmigiano grattugiato. Servite subito.
I capunsei, gnocchi di pane dalla forma allungata, si realizzano con ingredienti semplici come pane raffermo, uova e formaggio. Eppure, ce ne sono molte varianti diverse: a Solferino si aggiungono gli amaretti nell’impasto, che aggiungono una nota croccante e un sapore ancor più gustoso. A Guidizzolo si fanno in brodo oppure asciutti, ma aggiungendo prezzemolo, aglio e cipolla. A Volta Mantovana, da dove verrebbe la ricetta originale, non si utilizza il brodo ma il burro fuso, in maniera molto simile a quanto accade, ad esempio, per i pizzoccheri della Valtellina, altra specialità regionale lombarda.

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