Papaya

di in Schede alimenti

La Carica papaya, o più semplicemente papaya, è un frutto che appartiene alla famiglia delle Caricacee, dal quale mutua il suo nome scientifico.

Considerata, insieme all’avocado e al mango, una delle più diffuse frutte tropicali sul mercato internazionale è stata esportata in tutto il mondo dai paesi tropicali, da dove proviene storicamente. Sappiamo che originariamente la sua coltivazione avveniva nei paesi dell’America Centrale, ma oggi si è ampiamente diffusa sia in Africa che in Asia, prediligendo climi mediamente caldi e con temperature che non devono mai scendere sotto lo zero.

Tra i paesi che ne producono maggiormente troviamo il Messico, le Filippine, la Nigeria, l’Indonesia, il Brasile e l’India, dove si raggiunge una produzione complessiva annua pari a 5,5 milioni di tonnellate.

La pianta della papaya, meglio sarebbe dire un albero, è caratterizzato da un’altezza media di 5 metri, che può arrivare in alcuni casi fino a 10. Si tratta di un albero sottile, scarsamente ramificato, con profilo legnoso ridotto. La linfa dell’albero, se toccata a mani nude, può risultare tossica per l’uomo poiché produce un importante irritazione allergica a carico della pelle, mentre le foglie sono di grandi dimensioni, arrivano a un diametro di 70 centimetri.

Profilo nutrizionale della papaya

100 grammi di polpa edibile della papaya apportano all’organismo una quantità di 28 kcal, ovvero un profilo calorico abbastanza ridotto. Nonostante ciò, dal punto di vista dei macronutrienti vediamo una nettissima prevalenza degli zuccheri, intesi come carboidrati, che rappresentano oltre il 91% del nutriente fornito all’organismo.

Le proteine costituiscono appena il 6% delle calorie finale, mentre i grassi si limitano a meno di 1 kcal (3,2%). L’acqua costituisce circa l’89% del peso complessivo, mentre i carboidrati disponibili sono 6,9 grammi, interamente suddivisi in zuccheri solubili. La papaya contiene poi 2,3 grammi di fibre (quantitativo medio ma di sicuro aiuto per l’organismo).

Per quanto riguarda i minerali troviamo dei buoni livelli di ferro (il 6,3% della dose giornaliera raccomandata dai medici in una alimentazione standardizzata) e quantitativi ridotti di calcio, fosforo, potassio e sodio.

Tra le vitamine i risultati si dividono in due gruppi:

  • La vitamina C e la vitamina A sono presenti in quantità abbondanti, rappresentando rispettivamente il 67% e il 29,5% della RDA
  • Le vitamine B1, B2 e B3 (tiamina, riboflavina e niacina) rappresentano circa l’1,9-2,5% della dose giornaliera raccomandata

Benefici

Frutto da consumare durante tutto l’anno, grazie alla sua destagionalizzazione nei paesi europei, la papaya ha sicuramente il suo picco massimo di interesse nei mesi estivi; è proprio in questo periodo, infatti, che ne possiamo apprezzare il forte potere dissetante, dovuto alla abbondante presenza di acqua e di sali minerali.

Proprio per questo il suo consumo è consigliato agli sportivi e a tutti coloro che, magari per via del caldo, necessitano di riequilibrare l’organismo dopo uno sforzo fisico. Allo stesso tempo, oltre a farci sentire subito meglio, la papaya ci da energia grazie al potassio e al magnesio, ed è dunque una sorta di integratore naturale che possiamo consumare già a partire dalla prima colazione, oppure come merenda energetica nel corso della giornata.

Vitamina C, zinco e licopeni contenuti nella buccia – con il suo splendido colore arancione – sono legati a un significativo effetto antiossidante: significa che, consumando la papaya, possiamo contrastare l’invecchiamento cellulare, rendendo il nostro organismo più efficiente e adatto a combattere gli agenti esterni.

La papaina, un enzima presente nella polpa del frutto, è consigliata per chi soffre di problemi digestivi, intestino pigro o in generale di stitichezza cronica. Mangiandola in purezza, o sotto forma di frullato, aumenteremo la presenza di fibre nel corpo favorendo così la corretta peristalsi e l’evacuazione delle feci.

Ottimo l’effetto diuretico e quello depurativo a carico dell’apparato cardiocircolatorio, poiché aiuta a ridurre il sangue e il colesterolo cosiddetto cattivo nel sangue, riducendo quindi i rischi di malattie vascolari, di infarto e di ictus.

La papaina, inoltre, diminuisce l’acidità cellulare, riequilibrando i livelli acido-basali del corpo e dunque permettendo alle cellule di funzionare meglio, soprattutto nei soggetti più stressati o in coloro dallo stile di vita poco salutare (fumo, alcool, cibi eccessivamente grassi e così via).

Controindicazioni e possibili effetti collaterali

Mangiare papaya, soprattutto per quanto appena detto, è sicuramente consigliato per stare meglio. Ci sono però alcuni casi in cui è meglio approfondire, insieme al proprio medico di fiducia, le possibili controindicazioni ed effetti collaterali.

Tra questi, è importante sottolineare che in gravidanza e allattamento il frutto potrebbe influenzare negativamente l’equilibrio tra madre e nascituro (o già nato), ed è dunque importante limitarne se non addirittura evitarne l’assunzione.

Il frutto potrebbe inoltre essere potenzialmente rischioso per chi soffre di specifici problemi gastrointestinali e per chi assume farmaci che aiutano a evitare la coagulazione del sangue.

Varietà di papaya

La papaya è presente nel mondo in numerose varietà, alcune delle quali più indicate delle altre per il consumo alimentare. Tra queste possiamo indicare la Solo, la Kapoho Solo e la Sunrise: tutte e tre hanno un peso abbastanza contenuto per singolo frutto, che raramente raggiunge o supera il mezzo chilogrammo.

Stagionalità

Come già detto, i frutti tropicali hanno una stagionalità specifica solo nelle zone di provenienza, mentre una volta raccolti e trasportati oltreoceano si possono trovare pressoché tutto l’anno. In Italia la papaya viene acquistata generalmente dal Brasile, raccolta estremamente acerba e poi immessa sul mercato dodici mesi su dodici. Se maturata naturalmente ha una buccia giallo-verdognola e un sapore migliore, ma ha anche un costo maggiore.

Curiosità legate alla papaya

Tra le antiche popolazioni del Messico, prima che si diffondesse la dicitura papaya, questo frutto era chiamato Chichihualtzapotl, parola della lingua Nahuati che significa “frutto dolce da balia”.

Infatti, da sempre, alla papaya sarebbe ascrivibile un ruolo attivo nella promozione della fertilità.


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