Ovunque si vada a Roma, è difficile non trovarlo esposto nelle vetrine di bar e pasticcerie. Qui, infatti, il maritozzo è un classico della colazione e un vero e proprio riferimento culturale che affonda le sue radici nella storia della Capitale. Che sia semplice, con la panna, con le gocce di cioccolato oppure con crema di nocciole e panna, ma anche nella variante salata che oggi trova sempre più piede nella cucina gourmet, i romani non vi rinuncerebbero mai. Se siete stati a Roma e lo avete amato, oppure volete concedervi una colazione della domenica diversa dal solito, ecco come fare i maritozzi in casa: è più semplice di quello che pensiate!
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La prima cosa da fare è quella della preparazione dell’aroma. Prendete un recipiente e uniteci la scorza grattugiata di un’arancia e di un limone biologici. Unite i semi neri di una bacca di vaniglia e un cucchiaio di miele. Amalgamate e lasciate a riposare chiudendo il recipiente per almeno un paio d’ore. Più tempo avrete a disposizione più i vostri maritozzi risulteranno più buoni. Nonna ha lasciato a riposare l’aroma per quasi un giorno.
Preparate l’impasto iniziale che darà forza all’impasto finale. Unite in una ciotola, il lievito di birra sbriciolato, tutta l’acqua, 60 grammi di farina e un cucchiaio di zucchero prelevato dal totale. Amalgamate bene e mettete a lievitare coprendo con la pellicola. Dovrà raddoppiare di volume e ci vorranno circa 2 ore.
Passato il tempo, mettete questo preimpasto in una ciotola di un planetaria e aggiungete la farina rimanente, lo zucchero, il latte e l’aroma preparato all’inizio. Azionate la planetaria utilizzando il gancio a K o quello a foglia fino a raggiungere un impasto consistente.
Aggiungete l’uovo e fatelo assorbire bene. Una volta assorbito l’uovo, aggiungete anche il burro morbido e il mezzo cucchiaino di sale e impastate fino a quando il composto non si sarà ben incordato. Ve ne accorgerete perchè si staccherà da solo dalle pareti della ciotola.
Una volta che l’impasto sarà pronto formateci una palla e lasciatelo lievitare coprendo con una pellicola. Dovrà raddoppiare di volume. Ci vorranno dalle 4 alle 6 ore, ma questi tempi dipendono molto dalla temperatura e dall’umidità del posto dove lo mettere a lievitare per cui sono puramente indicativi.
Passato il tempo di lievitazione, riprendete l’impasto e rilavoratelo per qualche minuto con le mani sul piano di lavoro. Servirà a riattivare il lievito.
Staccate delle palline di circa 50 grammi dall’impasto e formateci delle palline ovali. Disponetele su una teglia coperta da carta forno, stando attenti a distanziarle a sufficienza per non farle attaccare durante la cottura. Lasciate lievitare in teglia per un’ora.
Portate il forno alla temperatura di 160 gradi in modalità statica. Spennellate uniformemente la superficie dei maritozzi con i tuorli d’uovo sbattuti.
Cuocete in forno per circa 20 minuti facendo attenzione a che la superficie non si scurisca troppo.
Sfornate i maritozzi e lasciateli raffreddare su una gratella.
Montate la panna fresca e mettetela in una sac a poche con il becco liscio.
Formate un taglio a mezzaluna sulla superficie dei maritozzi per creare un incavo dove mettere la panna montata. Farciteli con la sac a poche con la panna montata e rifilate con una spatola. Cospargete con lo zucchero a velo e servite i maritozzi con la panna.

Il nome maritozzo pare risalire a un’antica consuetudine: nel mese di marzo il futuro sposo donava alla fidanzata questo pane speciale. Era un segno di amore e dell’impegno che presto avrebbero preso. Sembra anche che fosse l’occasione giusta per consegnare l’anello, custodito proprio all’interno del maritozzo. Per altri, invece, la sua origine si fa risalire sempre al primo mese di primavera, che coincide con il periodo quaresimale, notoriamente periodo di penitenza. Durante la Quaresima questo piccolo dolce a forma di pane risultava essere una rara concessione. Esistono ancora oggi i maritozzi quaresimali che non prevedono il ripieno di panna montata, ma aggiungono uvetta e pinoli nell’impasto.
A Roma il maritozzo ha la forma di un panino arrotondato e la classica versione è quella con la panna montata. Se ci spostiamo nelle Marche e in Abruzzo troviamo una forma più allungata, generalmente con un impasto semplice oppure con uvetta. Al sud, tra Puglia e Sicilia la forma tipica è la treccia, molto soffice. Ma la ricetta dei maritozzi prevede anche una versione salata, perfetta per essere farcita e servita durante un brunch o un aperitivo. Se nella capitale il maritozzo dolce risulta essere un classico della colazione, particolarmente godurioso con la farcitura di sola panna, la versione salata è diventata una vera e propria fonte di ispirazione per gli chef. Grazie alla sua forma allungata e alla sua drastica riduzione di zucchero nell’impasto, si presta a svariati abbinamenti perché il suo sapore base rimane neutro. A Roma il maritozzo salato è l’occasione per assaporare le rivisitazioni della cucina tradizionale: dall’amatriciana al picchiapò, una tipica ricetta che sfrutta il recupero di carne lessa.

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