I fichi d’India sono i frutti di una pianta che appartiene alla famiglia delle Cactaceae. Deve le sue origini al Messico, ma si è facilmente ambientata a tutto il mediterraneo e nelle zone calde di: Africa, America, Oceania e Asia.
I fichi d’India hanno proprietà lassative e diuretiche, inoltre, essendo ricchissimi di fibre sono ottimi alleati della linea.
Caratteristica delle cactaceae è quella di attecchire facilmente su qualsiasi terreno a patto che sia in una zona con un’ottima esposizione e che le temperature non scendano mai sotto lo zero.
I metodi per creare nuove piante sono due: per seme come tutte le piante di questo mondo, e per talea, il metodo più veloce, basterà staccare alcune pale dalla pianta madre e interrarle in modo parziale, e in poco tempo si ottiene una nuova pianta.
Grazie alla sua naturale resistenza, il fico d’India, è divenuto parte integrante del paesaggio di terre meravigliose come Malta e Sicilia, mentre in Toscana la coltura di questo frutto è vietata per evitare che il paesaggio possa essere deprezzato.
Dei fichi d’India si mangia tutto, sia i frutti veri e propri, ma anche le foglie, dette pale, sono buonissime e ricche di proprietà.
I fichi d’India sono ricchissimi d’acqua, e forniscono circa 50 kcal ogni 100 grammi di prodotto edibile. L’energia del frutto deriva quasi totalmente dagli zuccheri semplici, fruttosio 53% e glucosio 47%, caratteristica che collocherebbe i fichi d’India tra i frutti a medio-alto fattore glicemico, ma, grazie al considerevole contenuto di fibre che riduce l’assorbimento degli zuccheri, i fichi d’India, possono tranquillamente essere consumati anche dalle persone diabetiche, naturalmente inserendoli in un regime alimentare controllato.
Il contenuto di lipidi è di 0,10 grammi concentrati soprattutto nei semi, dai quali si può ricavare l’olio di fichi d’India.
All’interno del frutto sono presenti anche acidi grassi tra i quali: Oleico, Linoleico, Palmitico e Steroli vegetali, oltre ad un elevato contenuto di fibre insolubili 5 grammi ogni 100 di prodotto, principalmente pectina, che si gonfia a contatto con i liquidi favorendo il transito intestinale. Bisogna però prestare molta attenzione ai semi, contenuti in quantità notevoli, che se non vengono masticati bene possono portare problemi di costipazione.
I fichi d’India sono ricchissimi di minerali e vitamine, principalmente: vitamina C, potassio, calcio e carotenoidi. Sono invece poveri di sodio, quindi adatti a tutti quei casi in cui è richiesta una maggiore diuresi come ipertensione, calcoli renali e ritenzione idrica.
Diamo uno sguardo alla tabella con i valori nutrizionali dei fichi d’India. Valori nutrizionali per 100 grammi di frutto edibile:
I fichi d’India negli ultimi anni sono stati oggetto di molti studi scientifici che ne hanno dimostrato le innumerevoli proprietà benefiche sull’organismo umano.
Abbiamo elencato le caratteristiche nutrizionali generali, occupiamoci ora dei singoli elementi che contengono.
I fichi d’India contengono molti sali minerali, vitamine e fibre, sono antiossidanti e poco calorici, ma hanno altri numerosi benefici per la salute, scopriamoli insieme.
Ricchi di fibre: grazie alla loro leggera azione lassativa, sono utili per regolarizzare il transito intestinale. Svolgono un’azione protettiva dello stomaco favorendo la digestione e contrastano il colesterolo cattivo mantenendo in salute il cuore e il sistema circolatorio.
Aiutano il controllo del peso: le fibre contenute in questo frutto aiutano a digerire e donano un senso di sazietà, inoltre riducendo l’assimilazione di zuccheri e grassi aiutano a controllare l’iperglicemia e l’obesità. Le mucillagini contenute nel frutto formano una gelatina che aumenta il suo volume donando sazietà.
Stimolano la diuresi: ricchissimi di acqua sono utili per eliminare le scorie depurando i reni e riducendo il rischio di calcoli ai reni, anzi favorendo l’eliminazione di quelli presenti a patto che non siano di grosse dimensioni.
Ricchi di antiossidanti: i polifenoli e i flavonoidi contrastano efficacemente i radicali liberi rallentando l’invecchiamento delle cellule, inoltre prevengono patologie neurodegenerative e malattie dell’apparato cardiaco.
I fichi d’India sono sconsigliati per chi soffre di stipsi e di diverticolosi: nel primo caso i semi contenuti nel frutto potrebbero causare un blocco intestinale, nel secondo invece i semi potrebbero fermarsi nei diverticoli aumentando l’infiammazione.
Inoltre, come tutti gli alimenti, potrebbero esserci dei soggetti allergici. I sintomi sono quelli classici: gonfiore delle labbra, lingua e gola con una sensazione di pizzicore. Solitamente questi sintomi tendono a passare da soli, se invece si manifestano vomito, dissenteria e reazioni cutanee è meglio rivolgersi subito al medico.
I primi fichi d’India si trovano in commercio dalla fine di luglio, per raggiungere il culmine a settembre e terminare alla fine di ottobre.
I frutti del fico d’India sono costituiti da una bacca con buccia spessa e spinosa. La forma varia in base a molti fattori, i primi frutti sono piuttosto rotondi, gli ultimi invece sono di forma allungata.
La polpa interna bianca, gialla o rossa è piuttosto morbida con la presenza di semi e dal sapore dolce e aromatico.
In Italia si trovano tre varietà di piante che si differenziano per il colore del frutto: Sulfarina dal colore giallo, Muscaredda bianco e Sanguigna rosso. La Sulfarina è la più diffusa per la maggior produzione e la buona adattabilità al clima.
Ogni parte del fico d’India è commestibile. Nell’antichità le pale che non avevano mai fiorito si usavano per curare il mal di gola, la febbre della malaria, eruzioni cutanee e lussazioni. Venivano inoltre utilizzate per l’alimentazione animale e fatti seccare per accendere il fuoco. I fiori vengono usati ancora oggi per decotti diuretici.
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