Quando si tratta di data di scadenza è bene stare attenti, specialmente a ciò che rimane nella nostra dispensa troppo a lungo inconsapevolmente!
Vi sono alcuni alimenti, infatti, che non avremo mai sospettato di dover buttare: non perché siano dannosi per la nostra salute, ma per quanto riguarda il sapore, l’aspetto e la loro efficacia nelle ricette che cuciniamo. Perciò, ecco 8 cibi da eliminare subito dalla nostra dispensa una volta passata la scadenza (reale o presunta).
La data di scadenza della farina è di 6-8 mesi e superato questo tempo il sapore sarà alterato ed inoltre, con molta probabilità, inizierà a popolarsi di filamenti e farfalline.
Bisogna però distinguere le varie farine in commercio, poiché quelle bianche (farina 0 e 00) hanno una durata decisamente maggiore rispetto a quelle integrali, meno raffinate, che dopo 1 o 2 mesi già iniziano ad assumere un gusto stantio, questo perché sono più ricche di nutrienti e acidi grassi, perciò si consiglia di conservarle in frigorifero dopo l’apertura.
Il lievito, essendo comunque un alimento “vivo”, che sia fresco o in polvere, ha necessità di mantenere la sua integrità per funzionare correttamente. Per questo motivo una confezione di lievito chiusa ha una data di scadenza massima di 1 anno in temperatura ambiente, ma se la confezione è stata aperta è consigliabile utilizzarla entro pochi mesi, in modo tale che non passi troppo tempo esposta all’aria.
Se si vuole verificare l’integrità dell’agente lievitante, sarà sufficiente mescolarne una piccola dose in acqua tiepida: se farà schiuma vorrà dire che il lievito può ancora essere utilizzato.
Anche le lenticchie, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, hanno una data di scadenza.
Soprattutto se conservate in un luogo con la temperatura sbagliata, tendono a inglobare l’umidità e diventare acide, per questo si consiglia un luogo presto e la consumazione entro un anno.
Le spezie rimangono sempre innocue, ciò che va a danneggiarsi è il loro sapore che perde d’intensità, perciò è bene consumarle nel giro di tre mesi.
Per vedere se le nostre spezie hanno raggiunto la loro data di scadenza ideale, ovvero hanno perso aroma, basterà osservarne il colore: ad esempio se curry e curcuma, entrambe di colore giallo, perdono la loro brillantezza, significa che hanno perso anche il loro tipico sapore.
Il bicarbonato, alimento dai mille utilizzi, non ha una vera e propria data di scadenza.
Come alimento, infatti, non nuoce alla salute nonostante siano trascorsi più di sei mesi dal primo utilizzo, ma nuocerà sicuramente alla riuscita dei nostri dolci, che rimarranno bassi e tutt’altro che soffici.
La data di scadenza del riso è “segnata” una volta aperta la confezione. I chicchi infatti, se esposti all’aria, iniziano a mutare la loro superficie, tant’è che impiegheranno più tempo a cuocere e ad assorbire acqua.
Per questo motivo è bene consumare il riso, con confezione aperta, nel minor tempo possibile, altrimenti si correrà il rischio di rendere più difficile la preparazione di risotti, ad esempio, in quanto perderanno di cremosità.
L’aceto, come il lievito, è un ingrediente vivo e ricco di microrganismi.
Se da un lato difficilmente deperisce o marcisce, d’altro canto, una volta raggiunta la data di scadenza, rischia di fermentare e produrre quella che viene comunemente chiamata madre. Si tratta di un accumulo di lieviti, totalmente innocuo. Si consiglia dunque, in modo da bloccare la fermentazione, di conservare l’aceto in frigorifero sin da subito.
Nessuno sospetterebbe mai che il caffè abbia una data di scadenza. In fondo, prima di raggiungerla, lo si consuma molto prima! L’oro scuro, però, dopo la macinazione inizia a perdere nutrienti d intensità, perciò è sempre consigliato lasciarlo nella sua confezione d’origine e conservarlo in un ambiente buio e fresco (anche il frigorifero va bene).
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